Spazio personale


Per poter gestire in sicurezza un cavallo da terra, dobbiamo innanzitutto fargli rispettare il nostro spazio personale.

Non dimentichiamo che i cavalli sono più grandi di noi per dimensioni e peso di almeno due o tre volte ed è una buona abitudine insegnare loro di mantenere le distanze per evitare che ci vengano addosso.

Clicca QUI e leggi il mio articolo: Rispetto – Distanze e spazio personale con i cavalli

Si tratta quindi di stabilire una sorta di cerchio immaginario intorno a noi, di circa un metro e trenta e di farlo diventare il nostro recinto di protezione invisibile.

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Tutte le volte che abbiamo a che fare con il cavallo da terra, sia per lavorarlo che per la gestione in scuderia, dobbiamo fargli rispettare questa distanza di protezione, a meno che non siamo noi a permettergli di venirci vicino, invitandolo a entrare nel nostro spazio.

Il concetto è quello di far capire al cavallo che non deve essere invadente di sua iniziativa.

Deve capire che ci deve rispettare, deve prendere in considerazione dove siamo e come ci stiamo muovendo, mantenere le distanze e valutare se noi siamo disposti a farlo avvicinare oppure no.

In natura è il capobranco o il cavallo dominante che decide a che distanza possono stare i suoi simili, ma questo aspetto spesso non viene preso in considerazione dalle persone ed è una delle cause principali di incidenti con i cavalli.

Qualcuno  crede che comportarsi come un capobranco significhi avere un atteggiamento inaffettivo, quando invece serve a stabilire le basi per un corretto approccio nella relazione e nulla toglie all’affetto che possiamo manifestare comunque, una volta stabiliti i ruoli.

Se ci facciamo rispettare e riusciamo a mantenere una distanza di un metro e trenta intorno a noi, nessun cavallo potrà farci male, non potrà travolgerci o calpestarci o morderci o calciarci, ecc.

Da questa distanza minima di sicurezza avremo noi il controllo e saremo in grado di decidere quando il cavallo potrà avvicinarsi per accarezzarlo, premiarlo, rassicurarlo, incapezzarlo, ecc.

Questo rafforzerà il nostro ruolo di leader e farà in modo che il cavallo ci presti attenzione.

Il contatto di conseguenza, quando verrà concesso,  non sarà qualcosa di scontato o casuale, ma prenderà un significato più profondo, intimo e delicato, acquistando un valore comunicativo preciso e migliorando il rapporto.

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Clicca QUI se vuoi approfondire questo argomento e leggi l’articolo:  Horses and personal space

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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