L’equitazione è uno sport dove prevale più che in altri, il concetto di binomio.
Il cavaliere costituisce solo metà di questa unione e l’altra metà non è rappresentata da un mezzo meccanico o da un compagno di squadra, ma da un animale, un essere vivente pensante con delle precise caratteristiche.
Partendo da questo presupposto si può ben intuire che per poter praticare al meglio questa attività, è necessario creare il più possibile un’empatia tra uomo e cavallo.
Per arrivare a questo, uno degli aspetti da tenere in particolare considerazione quando si tratta di formazione e addestramento è quello del ‘controllo’ delle emozioni.
Personalmente considero il cavallo un gran maestro di vita e ritengo che rapportarsi con questo animale contribuisca a migliorare il carattere della persona. Sono convinto di questa affermazione perchè ritengo che il cavallo sappia far uscire l’essenza, i pregi e i difetti di ognuno di noi e ci sappia far capire come li dobbiamo modificare per ottenere ciò che desideriamo.
Montare a cavallo è una tempesta di emozioni e molto spesso contrastanti tra di loro.
Si può passare velocemente dall’essere felici, soddisfatti e appagati, all’essere impauriti, nervosi o tristi, solo per citare alcuni esempi tra le sensazioni più comuni.
Il fatto è che non dovremmo mai agire in conseguenza a nessuna di queste emozioni.
Quando vogliamo comunicare qualcosa in modo chiaro e comprensibile al cavallo dovremmo cercare di agire senza alterare il nostro stato emotivo.
Punire un cavallo quando si è presi dalla rabbia è l’azione più dannosa di tutte.
In pochi istanti potremmo perdere totalmente la fiducia che abbiamo conquistato dopo molti mesi. Insistere con rabbia nel chiedere qualcosa può provocare solo una reazione di paura e anche se il cavallo dovesse fare l’azione giusta non saremmo in grado di riconoscerlo perchè saremmo troppo concentrati sulla punizione.
Quando un cavallo non capisce cosa deve fare, dovremmo essere in grado di aumentare il livello di pressione applicata ma senza arrabbiarci. Dovremmo ricomporre noi e il cavallo per ricreare di nuovo le condizioni necessarie a un dialogo.
Più un cavallo non riesce a capire la risposta che stai cercando, più diventerà confuso e frustrato e il rapporto sarà compromesso.
Allo stesso tempo non ci si può aspettare che solo baci e carezze possano rendere un cavallo rispettoso di noi.
Sono convinto che l’amore che proviamo per il cavallo è il sentimento più importante per instaurare una relazione e un rapporto di totale empatia. Ritengo che a un cavallo non importa quanto bravi siamo tecnicamente se prima non gli trasmettiamo quanto ci teniamo a lui, ma se vogliamo ottenere da parte sua anche rispetto, dobbiamo essere disposti a correggere i comportamenti sbagliati.
Se stabiliamo delle regole, quelle regole devono essere chiare e coerenti e non possiamo lasciare che il cavallo esca da queste regole nelle giornate o nei momenti in cui ci sentiamo più felici o particolarmente positivi. Se il nostro obiettivo è avere un cavallo educato con cui divertirsi e passare del tempo in totale sicurezza, non possiamo farci sopraffare dalle emozioni.
Se le cose non funzionano bene o non vanno come vorremmo, dovremmo evitare di far uscire la nostra tristezza o la nostra frustrazione. I cavalli sono eccezionalmente bravi nel comprendere le nostre azioni, il nostro umore e il nostro livello di energia. Di conseguenza, essere demotivati, tristi o rassegnati, non può portare a nulla di buono. Quando trasmettiamo insicurezza o ‘debolezza’ il cavallo sente che non si può affidare a noi, perchè non siamo un buon leader da seguire.
E’ importante quindi acquisire serenità e uno stato mentale determinato senza far trasparire le emozioni.
Queste considerazioni non vogliono indurre chi legge a pensare che il consiglio sia di diventare persone fredde o prive di emozioni ma bensì vuole indurre i cavalieri e le amazzoni a fare un lavoro su se stessi per diventare persone equilibrate.
L’equilibrio è la parola chiave se si vuole avere successo con questi fantastici maestri di vita che sono i cavalli.