Il lavoro del cavallo in tondino nel mondo dell’equitazione segue due correnti di pensiero, una tradizionale che lo ritiene molto utile ed efficace, in particolare con i puledri e l’altra più recente con una visione prettamente etologica che lo ritiene un lavoro deleterio e controproducente.
A mio modo di vedere le cose il tondino è uno spazio idoneo dove addestrare il cavallo quando il lavoro all’interno di esso è svolto con metodo, con esperienza e con obiettivi precisi e non è un buon posto quando il lavoro fatto incute paura, ansia o provoca dolore all’animale.
Con il mio metodo uno dei primi obiettivi in tondino è quello di insegnare al cavallo a porre l’attenzione sull’uomo e successivamente svolgo un lavoro che ha come fine quello di insegnargli a starmi vicino e non a scappare.
Seguendo questo principio, il mio lavoro cambia molto in base al soggetto che ho da addestrare e prediligo il tondino nelle dome con i puledri, con i cavalli adulti quando voglio gettare le basi del lavoro in libertà e in casi di cavalli impauriti o irrispettosi per rieducare e recuperare un buon rapporto.
Non c’è dubbio che le dimensioni ridotte del tondino creano una situazione di ‘intimità’ e riducono le distrazione derivanti dall’ambiente esterno ma è anche vero che pongono il cavallo in una condizione di vicinanza forzata o “costrizione”.
Proprio per questo motivo è importante fare molta attenzione e aver acquisito precedentemente un’esperienza e una sensibilità tale da poter comunicare con il linguaggio del corpo o con la frusta senza mettere troppa pressione fisica, mentale o emotiva.
Per eseguire un buon lavoro le dimensioni del tondino dovrebbero essere tra i 15 e i 18 metri di diametro e non scendere al di sotto degli 11 – 13 metri.
Una buona regola è non improvvisare.
Mi capita di vedere molti video su Youtube in cui le persone lavorano il cavallo in tondino avendo poca conoscenza di come ‘muoversi’ attorno a lui.
Scene in cui frustano il terreno o addirittura il cavallo senza comprendere l’eccessiva reazione che provocano e le spiacevoli conseguenze.
Il tondino non deve essere un’esperienza traumatica ma educativa!
Premiare ogni piccolo tentativo di collaborazione e inserire molte pause per far rilassare il cavallo è una regola che non deve essere mai dimenticata.
Smettere il lavoro quando il cavallo è sereno e rilassato è una delle chiavi di successo per raggiungere buoni risultati.
Tuttavia, con i puledri all’inizio o con cavalli alle prime esperienze, il tondino oltre a essere una buona alternativa alla corda dove far ‘scaricare’ le energie in eccesso è anche un buon posto per insegnare andature e cambi di direzione.
In questo video dimostro questo tipo di lavoro con una giovane paint di 5 anni alla sua prima esperienza in tondino.
Far muovere il cavallo per ottenere rispetto non deve essere fine a se stesso ma deve sempre puntare a far nascere nel cavallo la fiducia.
Rispetto infatti non significa paura.
Collaborazione non significa a tutti i costi dominanza.
Stabilire le andature è leadership e insegnare al cavallo a cambiare direzione facendolo girare all’interno invece che all’esterno è richiesta di attenzione e di fiducia.
Togliere la pressione quando il cavallo ci guarda è l’obiettivo finale di questo esercizio ed è il primo passo per chiedere una collaborazione e fargli capire che cerchiamo un dialogo.