Se volessimo fare un paragone tra cavallo e uomo, potremmo dire che il tondino è per il puledro come l’aula di scuola per un bambino. Un luogo dove si studia, si impara e si fanno esperienze.
Uno spazio limitato e circoscritto entro il quale si riducono i disturbi dell’ambiente esterno per agevolare l’interazione e la comunicazione.
Qui il cavallo impara a passare dalla paura all’attenzione, dall’istinto al rispetto e a dare un senso a quello che gli viene chiesto attraverso il lavoro e il riposo.
In tondino il cavallo impara a leggere quello che l’uomo gli vuole comunicare attraverso il linguaggio del corpo. Impara a conoscere le attrezzature e prende consapevolezza di se stesso, attivando la mente ed esternando le sue emozioni.
Un luogo in cui dove tutto quello che accade è amplificato dalla ‘forzata’ vicinanza e dove l’uomo ha il compito di mettere il cavallo a proprio agio e in una condizione psicofisica idonea per apprendere facilmente e senza traumi.
Un lavoro non semplice che richiede particolari doti di sensibilità ed esperienza e che deve porre particolare attenzione alle emozioni del cavallo.
Personalmente ritengo che per avere il controllo della mente e delle emozioni del cavallo, prima di tutto sia necessario avere il controllo dei suoi ‘piedi’. Far muovere il cavallo nella direzione e alla velocità che vogliamo richiama la sua attenzione e lo aiuta a ragionare attivando la parte sinistra del cervello.
Per questo motivo nelle prime sessioni di lavoro decido a quale andatura deve avanzare e gli insegno come fare i cambi di direzione.
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Lavoro del cavallo in tondino – Andature e cambi di direzione
In un secondo momento, quando il cavallo dimostra di avere compreso bene questi esercizi e riesce a mantenere l’attenzione su di me, cerco di ottenere da lui una cosa molto importante e preziosa: la fiducia!
Voglio far nascere nel cavallo la volontà di venire verso di me e di starmi accanto.
Voglio diventare la sua guida, dimostrargli che stare accanto a me significa stare al sicuro e che posso diventare un amico pronto a dargli una ricompensa, del cibo, delle carezze o anche semplicemente un po’ di riposo.
In questo video dimostro come ottenere questo importante passaggio.
Il concetto è quello di fare le cose per gradi, ripetendo le richieste con calma e pazienza fino a che il cavallo trova il modo di comprenderle.
Muovo le dita alzando una mano e quando il cavallo mi rivolge lo sguardo tolgo le pressioni che fino a quel momento stavo utilizzando girandomi di schiena, allontanandomi da lui per incentivarlo a seguirmi.
Ripeto questo esercizio fino a che il cavallo inizia a fare qualche passo verso il centro del tondino e cerco di fargli guadagnare fiducia fino al punto in cui troverà il coraggio di venire fino da me.
Quando mi raggiunge lo accolgo principalmente con delle lodi e delle carezze e saltuariamente gli offro una ricompensa in cibo, lasciando comunque uno spazio di tempo sufficiente a farlo riposare.
La priorità è mantenere un’energia positiva di calma e tranquillità e cercare uno scambio con il cavallo.
Quando il cavallo ha imparato a raggiungermi mentre sono di schiena a lui, ripeto l’esercizio prendendo una posizione frontale.
Cammino all’indietro percorrendo una sorta di spirale che abbia come effetto quello di attirare il cavallo verso di me.
Non uso questa posizione da subito perchè ritengo che all’inizio sia poco rassicurante per il cavallo e credo sia importante concedere al puledro tutto il tempo necessario affinchè possa trovare il coraggio di avvicinarsi di sua spontanea volontà, senza sentirsi in qualche modo minacciato.
In ultimo cerco il rinforzo e la confidenza. Il fatto di poter camminare attorno al cavallo senza che scappi significa creare un legame e fissare le basi per una duratura “amicizia”.
Il lavoro in tondino, in base a come viene impostato e svolto, può risultare un ottimo o un pessimo lavoro ma di certo insegnerà al cavallo qualche cosa: a fuggire da noi o a starci vicino!
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