Pensare che uno tra i primi trattati scritti sull’equitazione del mondo occidentale risale ai tempi di Senofonte, può far capire quanto l’arte equestre abbia influenze e origini antiche. Per questo motivo è difficile individuare la nascita di tutto quello che è “espressione” equestre e anche sul passo spagnolo non si hanno dati certi. Esistono testimonianze del fatto che fosse presente nella scuola militare, in particolare per manifestazioni e parate, ma è evidente che chi ha contribuito più di altri a darne maggior diffusione e sviluppo è la scuola di equitazione spagnola, da cui prende il nome. Tuttavia questo esercizio non rientra nelle arie dell’alta scuola classica e non è nemmeno una ‘figura’ richiesta nelle competizioni di dressage.
Il passo spagnolo tutt’ora viene definito un esercizio di fantasia e abilità equestre esibito prevalentemente in manifestazioni e spettacoli, tra cui quelli circensi.
Se analizzato dal punto di vista fisico è un esercizio che implica uno sforzo articolare non indifferente nella ‘regione’ della scapola, dove il cavallo in maniera innaturale deve alzare ed estendere l’arto ed è noto che solo alcune razze, come ad esempio l’andaluso, siano predisposte più di altre a compiere questo movimento.
Ha senso quindi insegnare il passo spagnolo ???
In questo video/tutorial spiego il motivo per cui introduco questo esercizio da terra nel mio programma avanzato di addestramento e come passo a passo lo insegno al cavallo. Questo metodo ha l’intento di attivare mentalmente l’apprendimento per rinforzare l’intesa, ampliare i canali di comunicazione, di comprensione e verificare il tipo di rapporto instaurato. Inoltre porta gradualmente il cavallo a compiere un movimento dell’arto, in cui esso decide autonomamente il grado di levata ed estensione senza mai cercare un’esasperazione nell’esecuzione.
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L’educazione intelligente del cavallo, agenti e modelli funzionali
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