La riunione – Un argomento controverso dell’equitazione – Prima parte – VIDEO


In tanti anni di attività come istruttore ho notato che molti cavalieri imparano per imitazione e non perchè studiano a fondo la teoria, i concetti, la storia, la psicologia e la filosofia di come e perchè si fanno le cose con i cavalli.

Apprendono  semplicemente guardando gli altri, quelli che ritengono essere più bravi ovviamente, senza capire realmente perchè si fa in un modo piuttosto che in un altro. Non vogliono tanto approfondire i concetti ma puntano esclusivamente al risultato pratico.

Questo tipo di approccio o di superficialità  induce ad agire senza una vera cognizione delle cose, lasciando spazio a dubbi e libere interpretazioni, aumentando il numero di “esperti” con idee e teorie molte diverse tra di loro.

Purtroppo o per fortuna in equitazione esistono molti modi di vivere il cavallo e questo inevitabilmente crea a danno o a ragione, filosofie, metodi e punti di vista diversi.

Un perfetto esempio è nel caso della riunione.

Nell’opinione comune infatti veder montare un cavallo con un bell’atteggiamento, con testa e collo abbassati, è sinonimo di bravura e preparazione. Nel mondo delle gare tutti inseguono quello che tecnicamente si chiama riunione ma in altre realtà si cerca questa “posizione” del cavallo semplicemente per far vedere di essere bravi a montare.

In pochi però si chiedono perchè sia necessaria o quale sia il reale motivo per farlo e soprattutto quali siano i tempi e i modi di preparazione  più consoni da rispettare e le differenze principali tra una disciplina e l’altra.

Pochi, cavalcando, riescono a ‘sentire’ se il cavallo oltre alla testa e il collo impiega anche la schiena e i posteriori e pochi hanno le capacità per richiedere la riunione con ‘tatto equestre’ senza andare incontro a difficoltà e resistenze.

Oltre a questo, in molti casi, pur di portare il cavallo ad assumere questa posizione, non ci si preoccupa di quali attrezzature o metodi vengano utilizzati, sottovalutando quali possano essere le conseguenze a livello mentale ed emotivo per un lavoro inappropriato.

D’altronde si sa che le cose difficili sono anche le più affascinanti e ricercate e io credo che ognuno di noi debba fare i conti con le sue scelte e il suo “percorso”.

Attenzione però: ‘good look’ non equivale sempre a ‘good feel’ e i fini non sempre giustificano i mezzi !!!

Se vuoi approfondire questo argomento clicca QUI e leggi anche l’articolo what is flexion & why is it important

In questa prima parte di video spiego il mio concetto di riunione dal punto di vista teorico e dimostro quali sono i primi tre esercizi che faccio per “costruire” la riunione in un cavallo.

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Informazioni su gabrielecavallin

Tecnico federale di 2° livello di equitazione americana e trainer che per passione personale studia e pratica i metodi moderni di comunicazione con il cavallo. Le sue fonti di ispirazione sono Monty Roberts, John Lyons, Pat Parelli e Clinton Anderson in particolare, ovvero i migliori addestratori dei metodi così detti naturali.

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