Nell’addestramento tradizionale dei cavalli ma anche in quello etologico, uno dei concetti fondamentali, è quello della “pressione – non pressione”.
Significa che per insegnare qualche cosa al cavallo, dobbiamo applicare su di lui una “pressione” e rilasciarla immediatamente quando l’animale per sottrarsi, esegue correttamente quello che vogliamo.
Non mi piace però considerare, come è nell’immaginario del termine “fare pressione”, il fatto di mettere il cavallo in una situazione di disagio o sofferenza. Preferisco nel mio metodo, definire la pressione, come il fatto di creare al cavallo una situazione di scomodità-comodità.
Premere le gambe contro i fianchi, tirare le redini, incitare il cavallo con la voce, schioccare la frusta e molte altre comuni situazioni nel praticare l’equitazione, sono solo alcuni degli esempi che potrei fare per descrivere i modi che si intendono, per fare pressione a un cavallo, nel metodo tradizionale.
Nel metodo etologico, oltre a questi, si usano anche modi che prendono spunto da esternazioni che i cavalli usano tra di loro per comunicare.
Ad esempio spingersi, mordere, calciare, abbassare le orecchie, muovere ritmicamente il collo o la coda, rincorrersi, emettere acuti nitriti, sono alcuni modi o se vogliamo “pressioni”, che i cavalli praticano tra di loro per stabilire rapporti e gerarchie di branco.
Importante è sapere che allo stato brado, il cavallo che fa muovere un’altro cavallo, è quello dominante. Da questo si può comprendere, il motivo di voler adottare nel rapporto a due, uomo -cavallo, questo tipo di approccio.
In questo articolo, vorrei soffermarmi in particolare su due modi di applicare pressione:
PRESSIONE COSTANTE e PRESSIONE RITMICA.
Queste pressioni applicate al cavallo con il lavoro a terra del metodo Gabrielecavalli, servono proprio a stabilire un rapporto di rispetto e leadership, finalizzato a creare un dialogo con il cavallo, che vada oltre a quello applicato in sella.
Pressione costante, è quando abbiamo un contatto con il cavallo e applichiamo una spinta. Possiamo utilizzare le mani o uno stick e premere su una zona del corpo del cavallo che vogliamo spostare. Manteniamo il contatto e la pressione fino a che il cavallo si sposta e accarezziamo appena risponde correttamente. Per istinto i cavalli, cercano di andare contro alle pressioni ed è proprio per questo che è utile praticare questi esercizi. Per far capire al cavallo che non deve contrastarci o opporsi, ma assecondare e sottrarsi.
Pressione ritmica è quando con contatto o senza contatto, muoviamo con ritmo qualcosa per far muovere il cavallo. Possiamo utilizzare il braccio, uno stick, un lazo o qualsiasi altro oggetto. Non è importante che cosa utilizziamo ma è importante che riusciamo a far muovere una parte del cavallo applicando la pressione con ritmo.
Suddividiamo il corpo del cavallo in quattro zone e pratichiamo gli esercizi in ogni sua parte, sia sul lato destro che sul lato sinistro.
- Zona 1 – Testa e collo
- Zona 2 – Spalle
- Zona 3 – Tronco
- Zona 4 – Groppa
Per una buona riuscita degli esercizi è fondamentale conoscere bene il linguaggio del corpo e il saper creare una dinamica di energie, che utilizziamo per chiedere, ottenere e fermare il movimento.
(vedi comunicare al cavallo la nostra energia)
In particolare, nel metodo Gabrielecavalli, si applicano quattro livelli di pressione progressiva.
Questo significa che dobbiamo partire sempre con la minima pressione e in caso di non risposta, aumentare il livello di energia e di pressione fino a che il cavallo risponde, per poi tornare alla minima pressione. Importante e ripetere il movimento in modo chiaro, sempre allo stesso modo, ma con intensità diverse in base alla risposta ottenuta. L’obiettivo, è quello di addestrare il cavallo a rispondere a sollecitazioni sempre più leggere e impercettibili.
Un’ultimo concetto da ricordare… il cavallo capisce cosa deve fare, non nel momento in cui facciamo pressione ma nel momento in cui la togliamo!
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